Fu un evento in onore di San Tommaso d'Aquino per la sua proclamazione a protettore della via Francigena lungo l'Appia attraversando i comuni di Fondi, Terracina e Fossanova.
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Il mio Centro Studi Via Francigena di Fondi ha promosso una camminata da Terracina a Fossanova il 9 marzo due giorni dopo l'anniversario della morte di San Tommaso.
Allegato รจ i' invito a partecipare e l'Orario dell' iniziativa.
Il Parroco di Fossanova ha menzionato che forse si sarebbe tenuto nell' Infermeria del Borgo un incontro su San Tommaso indetto da persone di Maenza nello stesso giorno.
Ci congratuliamo per l'idea. Sarebbe bello se in qualche modo riuscissimo ad entrare in contatto per rendere l' evento ancora piรน importante.
Potete voi aiutarci e metterci in contatto? Potete invitare i vostri concittadini a partecipare alla camminata?
Grazieยป.
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email di lun 4 marzo 2019 alle ore 15:34
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Il giorno 9 marzo 2019, aderendo alla proposta avanzata dal Centro Studi e informazioni della Via Francigena del Sud di Fondi e del suo presidente, il compianto Alberto Alberti, l' Associazione Pro Loco Fondi Aps partecipรฒ e invitรฒ a partecipare
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La finalitร dellโevento fu quella di celebrare la figura del "DoctorAngelicus" e farlo conoscere con un evento che richiedesse partecipazione ๐ฉ๐๐ซ ๐ข๐ง๐ข๐ณ๐ข๐๐ซ๐ ๐ฎ๐ง๐ ๐ฎ๐ฅ๐ญ๐๐ซ๐ข๐จ๐ซ๐ ๐ฆ๐๐ง๐ข๐๐๐ฌ๐ญ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ ๐๐ข ๐๐ฆ๐จ๐ซ๐ ๐ฉ๐๐ซ ๐ข๐ฅ ๐ฌ๐๐ง๐ญ๐จ ๐ข๐ง ๐ฆ๐จ๐๐จ ๐๐ก๐ ๐๐ข๐ฏ๐๐ง๐ญ๐ข ๐ญ๐ซ๐๐๐ข๐ณ๐ข๐จ๐ง๐๐ฅ๐ ๐ง๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐ง๐จ๐ฌ๐ญ๐ซ๐ ๐ณ๐จ๐ง๐.
#SanTommasodAquino rappresenta uno dei principali pilastri teologici e filosofici della Chiesa cattolica: egli รจ anche il punto di raccordo fra la #cristianitร e la #filosofia classica, che ha i suoi fondamenti e maestri in Socrate, Platone e Aristotele, e poi passati attraverso il periodo ellenistico, specialmente in autori come Plotino. Fu allievo di Sant'Alberto Magno, che lo difese quando i compagni lo chiamavano "il bue muto" dicendo: ยซAh! Voi lo chiamate il #buemuto! Io vi dico, quando questo bue muggirร , i suoi muggiti si udranno da un'estremitร all'altra della terra!ยป
Alla fine di gennaio del 1274 Tommaso s'incamminรฒ dal convento di Fondi dove
spesso dimorava, per partecipare al Concilio che il papa Gregorio X aveva
convocato per l'1 maggio 1274 a Lione.
Giunto al castello di #Maenza, dove abitava sua nipote Francesca si ammalรฒ e perse del tutto l'appetito. Dopo qualche giorno tentรฒ di riprendere il cammino verso Roma, ma dovette fermarsi nell'#AbbaziadiFossanova per riprendere le forze. Morรฌ il 7 marzo 1274.
All'iniziativa diedero il patrocinio morale e gratuito: Il Comune di Fondi e il Comune di Latina ; il Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi; le Pro Loco di Fondi, Formia e Ventotene. Aderirono inoltre le Associazioni: Associazione "Circolo Culturale Cattolico San Tommaso D'Aquino" - Fondi e il Centro Culturale Il Cortile dell'Aquinate di Fondi.
Oggi, 28 gennaio 2023, in occasione della festa di San Tommaso d'Aquino e nel VII centenario della sua canonizzazione abbiamo voluto ricordare questo evento nato su iniziativa di #AlbertoAlberti, un uomo che aveva grandi progetti e grandi #sogni. E nonostante lui non ci sia piรน i suoi sogni continueranno a vivere e magari a realizzarsi perchรฉ i sogni veri sopravvivranno. E come diceva E. Roosvelt "Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni".
SAN TOMMASO D'AQUINO A FONDI
#SanTommasodAquino nel corso della sua vita frequentรฒ in piรน occasioni #Fondi per i legami affettivi che lo legavano al territorio.
ร noto come il Dottore Angelico fosse particolarmente affezionato alle sue sorelle, tanto che nel corso dei suoi viaggi non mancava mai di far loro visita.
๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐. Il #DottoreAngelico, figlio di Landolfo dei conti di Aquino e di Teodora dei conti di Chieti, contava fra i suoi parenti piรน che illustri anche il conte dell'Aquila, signore di Fondi.
Ruggiero II, (figlio di Roffredo II) aveva infatti sposato Adelasia, una delle sorelle di San Tommaso d'Aquino il quale andava spesso a trovarla alloggiando nel convento di San Domenico.
La tradizione racconta che ivi insegnรฒ ed operรฒ il prodigio della pianta di arance capovolta ovvero con le radici in aria anzichรฉ in terra, che durรฒ fino al sec. XVIII.
Dopo che la pianta fu completamente distrutta dai devoti del Santo che vollero portarne via un ricordo recidendo di continuo i frammenti del tronco.
๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐. Quando il conte di Fondi Ruggero II dell'Aquila morรฌ, lasciรฒ quattro figli minorenni (Riccardo, Giovanna, Maddalena e Tommaso). Di essi fu tutore il Conte di Marsico (Ruggero Sanseverino, marito a Teodora, altra sorella del Santo) ed esecutore testamentario fu lo stesso Dottore Angelico.
Da un documento del 10 sett. 1272 si rileva che Carlo I d'Angiรฒ ordinรฒ dal Procuratore di Terra di Lavoro di consegnare a fra Tommaso d'Aquino i beni mobili, divenuti disponibilitร del Santo, secondo il testamento del Conte Ruggero.
San Tommaso si recรฒ inoltre dal Re ed ottenne che alla contessa Adelasia venisse assegnato per ragioni dotali il castello d'Itri.
๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐. Fondi รจ protagonista di un altro importante capitolo delle vicende del santo, quello riguardante la traslazioni della sua salma.
Racconta la tradizione che durante il suo ultimo viaggio verso Lione, dove era convocato un Concilio, nel febbraio del 1274, passรฒ per Fondi col suo indivisibile compagno Fra Reginaldo da Piperno, sostรณ salutare il nipote, conte Riccardo, del quale, per volontร per del padre, Tommaso eveva svolto l'incarico di esecutore testamentario.
Visitรฒ il convento dei domenicani dove era stato altra volta e dove forse aveva anche insegnato.
Poi da Fondi si recรฒ a Maenza a salutare la sorella Francesca, maritata ad Annibale di Ceccano.
Tommaso d'Aquino era giร stato colpito in passato da un attacco di apoplesia.
Durante il suo soggiorno a Maenza si rinnovรฒ il male, ma con le cure di un medico, tal Giovanni di Guidone di Piperno, potรฉ superare nuovamente il pericolo di morte.
Rimesso in salute fu invitato dall'abate di Fossanova, Teobaldo da Ceccano, o come altri dicono da Terracina, a recarsi in quella Abbazia. Accettรฒ l'invito Tommaso, ma dopo qualche tempo, il giorno 7 marzo del 1274, un nuovo attacco gli provocรฒla morte.
Appena morto, temendo i Cisterciensi di Fossanova che le spoglie del Santo potessero esser loro sottratte dai parenti di lui o dai Domenicani, le fecero piรน volte spostare.
I frati di S. Domenico a Fondi intanto, durante i pontificati di Innocenzo e Benedetto XI, fecero del tutto per avere le reliquie di colui che tanto aveva illustrato il loro Ordine e la Chiesa.
Si racconta che i Cisterciensi si impegnarono invece a temporeggiare nel restituirle e, per non perdere tutto, tennero per sรจ la parte piรน nobile: recisero la testa e per meglio nascondere il corpo, lo fecero bollire nell'acqua, rinchiudendolo poi in una cassa.
Nel 1349, cioรจ 75 anni dopo la morte di Tommaso, tra Onorato I di Fondi ed un barone, pare di Priverno, era scoppiata una lite. I monaci di Fossanova sapendo che il nobile di Priverno era sprovvisto di denaro, temevano che volesse muovere guerra al conte di Fondi per rapire e vendere i resti di Tommaso per ricavarne, come mercanzia rara, un prezzo elevato.
Di questo disegno un monaco tenne informato il conte Caetani, il quale, di accordo con i Cisterciensi, decise di trasferire il sacro deposito nel #castellodiFondi.
Il vescovo Leonardo, messo al corrente di ciรฒ che si era stabilito tra Onorato e i monaci, simulando una gita a scopo di devozione, si recรฒ a Fossanova e al ritorno portรฒ con se le reliquie del santo.
Divulgatosi il fatto, il re di Napoli spedรฌ al conte di Fondi solenne ambasceria per chiedergli in dono quei preziosi resti. Onorato ricevette le ambascerie con molto onore, ma senza consentire a ciรฒ che il re chiedeva con larghe promesse di denaro.
Ma un tragico episodio convinse il Conte alla restituzione, invocata da ogni parte.
Un giorno (dice sempre is tradizione) il Conte andรฒ a caccia con uno dei suoi fratelli di nome Giacomo, il quale cadde da cavallo e, per la ferita riportata, correva pericolo di morte. In quell'occasione il Conte fece voto di restituire le spoglie di Tommaso, purchรฉ questi avesse ridata la sanitร al fratello. La grazia non si fece troppo aspettare ed allora il Conte rimandรฒ col massimo segreto al monastero di Fossanova il corpo di Tommaso dove murarono la cassa nel campanile della chiesa.
Tempo dopo, venuti a morte l'abate ed il monaco che lo aveva aiutato in quella faccenda, il Conte di Fondi, forse istigato dai Domenicani, pensรฒ di riprendersi la cassa. Per fare ciรฒ ricorse ad uno stratagemma. Fingendo di essere inseguito dai nemici, chiese asilo ai monaci di Fossanova e per maggiore sicurezza si rinchiuse nel campanile. Lร , durante la notte, con l'aiuto di alcuni familiari, prese con se la cassa, e se ne tornรฒ con essa in Fondi (1356).
Per dieci anni il conte tenne con se,nel suo Palazzo i resti di Tommaso, condannati, per troppa pietร dei suoi ammiratori, a non avere stabile sepoltura.
Narra una curiosa #leggenda che il vescovo Giacomo e la madre del conte, avendo dei dubbi sulla identitร dello scheletro, furono rassicurati dallo stesso San Tommaso, il quale uscendo fuor dalla cassa fece alcuni passi su e giรน per la stanza per sgranchire le membra, e mosse lamento agli astanti perchรจ lo si lasciava in quel luogo e senza lumi.
A seguito delle istanze del Generale dell'Ordine, Fra Elia, il Conte cedette e fu stabilita la consegna pel giorno 11 febbraio 1367 in modo che i resti venissero trasportati in una cappella all'interno del convento di San Domenico, luogo piรน confacente.
Non potendo Onorato essere a Fondi, per certi affari che lo trattenevano a Roma, incaricรฒ della faccenda un tale abate Francesco. Intervenuti il generale (Fra Elia) e il provinciale, Fra Filippo di Chieti, la cassa fu portata nel convento e dopo che fu redatto un atto del rinvenimento, lo scheletro fu deposto in una cassa di argento che, suggellata e legata, fu lasciata per qualche tempo nel detto convento.
Il Generale allora scrisse molte lettere e le spedรฌ per i suoi religiosi, tanto alla Corte di Napoli quanto a quella di Roma, per comunicare la fausta novella ai Cardinali e specialmente al Decano del Sacro Collegio, Guglielmo Sudre, Cardinale Vescovo di Ostia e domenicano.
Ma i frati di Fossanova cominciarono a reclamare per riavere dal Conte di Fondi i resti di San Tommaso, facendo istanze per mezzo di Jacopo da Siena, avvocato della Corte di Roma, al Sommo Pontefice, il quale poichรฉ proveniva dall'ordine di San Benedetto, sembrava propendere a favore dei frati di Fossanova (un tempo benedettini ed allora cistercensi).
๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐. Infine il Pontefice respinse le domande inviate e decretรฒ che le reliquie fossero trasferite a Tolosa, salvo il braccio destro che venne donato al re e che poi, attraverso molte vicende, andรฒ alla Chiesa di S. Maria della Minerva a Roma, dove รจ custodito in un magnifico reliquiario donato da Pio IX.
Il papa spedรฌ a Fondi Guglielmo de Lordat, gentiluomo tolosano, per ritirare la cassa con le ossa del Santo. Il Conte Onorato I era assente ma chiese che gli fosse lasciata la facoltร di tenersi un ricordo dei resti ed ottenne una giuntura.
Dalla casa del Conte poi quest'osso passรฒ alle monache di Itri, come si apprende da una lettera scritta dal Vescovo d'Otranto a Papa Gregorio XI, al quale narra un prodigio avvenuto in sua presenza, che cioรจ una monaca, manchevole d'un occhio, accostando il volto alla reliquia, lo ricuperรฒ. Si ignora del tutto che cosa avvenne di questa reliquia.
Nella stanza del convento di San Domenico a Fondi, dove San Tommaso fece Lettore, venne poi apposta una lapide con questa iscrizione:
"๐ป๐๐ ๐๐๐๐ก๐๐ ๐ด๐๐๐๐๐๐๐ข๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ก๐๐ . ๐๐ฅ๐๐๐๐๐. ๐๐๐๐๐ก๐๐ | ๐๐๐ก๐ก๐๐๐๐ , ๐๐๐๐๐ . ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ข๐๐ก. ๐๐๐๐๐๐๐๐ก.๐๐๐๐๐๐๐๐ก".
E nella cappella ove giacque il corpo quest'altra:
"๐ป๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ข๐ ๐๐๐๐ ๐โ๐๐๐๐ ๐ด๐๐ข๐๐๐๐ก๐๐ ๐ธ๐ ๐๐๐๐๐ ๐ก๐๐๐๐ ๐น๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ด'๐๐๐ข๐๐๐๐๐ ๐๐ข๐๐๐๐๐ก ๐๐ก ๐๐๐ ๐ก๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐ข๐๐๐ ๐๐๐๐ก๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ข๐๐๐ก๐ ๐โ๐๐๐๐ ๐๐ ๐น๐ข๐๐ก ๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐ข๐".
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Fonte: "Fondi in Campania. Memorie storiche e statutarie del Ducato, della contea e dell'episcopato di Fondi in Campania dalle origini fino ai tempi piรน recenti" di Bruto Amante e romolo Bianchi, 1903.
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